Luca, psicologo neolaureato, incontra una strana creatura: una giovane ragazza completamente nuda che vive come un animale all’interno della foresta. L’iniziale preoccupazione per lei si trasforma in un interesse morboso, con risvolti pericolosi.
Luca, psicologo neolaureato, incontra una strana creatura: una giovane ragazza completamente nuda che vive come un animale all’interno della foresta. L’iniziale preoccupazione per lei si trasforma in un interesse morboso, con risvolti pericolosi.
ANIMALIA
Italia 2023 / 30′
diretto da
Giovanni Battista Bacilieri
con
Francesca Verga
Anna Bellini
Nicolò Sordo
Roberto Bruschini
Luca Campagnari
Gaia Carmagnani
Enrico Ferrari
Paolo de Paoli
Erika Corvo
Soggetto e Sceneggiatura | Giovanni Battista Bacilieri Riccardo Zippo |
Direttore della Fotografia | Filippo Delzanno |
Montaggio | Giovanni Battista Bacilieri Damiano Daresta |
Musica | Fabio Copeta |
Scenografia | Bryan David Bonilla |
Costumi | Veronica Tiani |
Trucco | Elisa Tornar Fulvia Nanna Cristina Rossi |
Suono | Jonathan Stilo (presa diretta) Matteo Marella (sound design) |
Produzione | Giovanni Battista Bacilieri |
Distribuzione | Esen Studios |
OFFICIAL SELECTIONS
- Capital City Film Festival (USA)
- San Francisco Independent Film Festival (USA)
- Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Fest (USA)
- Dalmatia Film Festival (Croazia)
- Trenton Film Festival (USA)
- Orlando Film Festival (USA)
- Goa Short Film Festival (India)
- Pune Short Film Festival (India)
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- Pune Short Film Festival (India)
Giovanni Battista Bacilieri
Giovanni Battista Bacilieri, nasce a Negrar (Verona) nel 1992, da padre fumettista e madre pittrice. Frequenta l’università statale di Milano dove ha l’opportunità di conoscere più da vicino il mondo del cinema. Viene selezionato per partecipare ad un corso di filmmaking presso la scuola di fotografia Bauer. Dopo questa specializzazione nel 2015 comincia a lavorare nel mondo della pubblicità come regista e scrittore, firmando vari lavori per molti clienti tra cui Opel, Piaggio, Moto Guzzi, Lifegate, Ford, Activia, McDonald, LastMinute, Beretta e Berlucchi. Dopo 6 anni nel mondo della pubblicità scrive e dirige il suo primo film, Animalia.
Giovanni Battista Bacilieri
Giovanni Battista Bacilieri, nasce a Negrar (Verona) nel 1992, da padre fumettista e madre pittrice. Frequenta l’università statale di Milano dove ha l’opportunità di conoscere più da vicino il mondo del cinema. Viene selezionato per partecipare ad un corso di filmmaking presso la scuola di fotografia Bauer. Dopo questa specializzazione nel 2015 comincia a lavorare nel mondo della pubblicità come regista e scrittore, firmando vari lavori per molti clienti tra cui Opel, Piaggio, Moto Guzzi, Lifegate, Ford, Activia, McDonald, LastMinute, Beretta e Berlucchi. Dopo 6 anni nel mondo della pubblicità scrive e dirige il suo primo film, Animalia.
Note di regia:
Il mio intento era mettere in scena il concetto della prevaricazione, in ogni sua possibile declinazione: La prevaricazione dell’uomo sulla natura attraverso l’atto della civilizzazione imposta e la malvagità senza scopo dei rapporti umani, l’interesse utilitaristico che si spreca e che diventa invisibile, solo potere.
Nonostante le premesse, i miei riferimenti in fase di scrittura erano più cinematografici che simbolici. Il lavoro svolto insieme a Filippo Delzanno (direttore della fotografia) è stato centrale per poter ampliare visivamente la storia. Avevo condiviso con lui il film “Primo Amore” di Matteo Garrone che è stata la nostra reference numero uno per quanto riguardo il ritmo generale del film e le scelte fotografiche. Abbiamo deciso poi di puntare tutto su di una sola telecamera che si muovesse all’interno delle azioni con take lunghe, con pochi stacchi, quasi emulando un approccio documentaristico alla storia per favorirne il realismo. Invece che sulla risoluzione abbiamo puntato sulla robustezza della telecamera: abbiamo scelto una Arri Alexa Classic proprio perché con la sua pesantezza (quasi 10kg solo il corpo camera) saremmo stati costretti a farla vivere con estrema fatica all’interno degli ambienti naturali dove eravamo immersi, a muoverla con estrema attenzione e coscienza. La scelta dei colori e delle composizioni nei due ambienti di riferimento (città / bosco), stata fin dall’inizio funzionale: abbiamo pensato ad una fotografia pesante, claustrofobica e ferma per tutte le parti che si svolgono nella “società”, ed invece nella foresta la telecamera è spesso a mano, fluttuante, si muove e respira.
Volevo che fosse una storia che vivesse al cinema, ma la cui interpretazione potesse uscire dal rettangolo dello schermo. Animalia infatti è una “favola”, una storia fittizia ed inverosimile i cui personaggi possiamo facilmente inglobarli dentro a delle maschere, a dei simboli che nella nostra quotidianità poi diventano più sfumati, ma che con un po’ di sforzo riusciamo a scorgere. Luca diventa la “luce”, il portatore della conoscenza, il campione della nostra società, che si distingue come migliore rispetto ai suoi amici e famigliari. Ma che inevitabilmente si fa carnefice di qualcuno che non può nulla contro di lui. La ragazza selvaggia diventa vittima di una società che non comprende, ed è in attesa di un momento catartico in cui può dirsi libera di nuovo.
Animalia è quindi un film pessimistico? È una favola, e come tutte le favole si lascia andare alle esagerazioni. Ma proprio come tutte le favole ho paura possa contenere una parte di noi.
Note di regia:
Il mio intento era mettere in scena il concetto della prevaricazione, in ogni sua possibile declinazione: La prevaricazione dell’uomo sulla natura attraverso l’atto della civilizzazione imposta e la malvagità senza scopo dei rapporti umani, l’interesse utilitaristico che si spreca e che diventa invisibile, solo potere.
Nonostante le premesse, i miei riferimenti in fase di scrittura erano più cinematografici che simbolici. Il lavoro svolto insieme a Filippo Delzanno (direttore della fotografia) è stato centrale per poter ampliare visivamente la storia. Avevo condiviso con lui il film “Primo Amore” di Matteo Garrone che è stata la nostra reference numero uno per quanto riguardo il ritmo generale del film e le scelte fotografiche. Abbiamo deciso poi di puntare tutto su di una sola telecamera che si muovesse all’interno delle azioni con take lunghe, con pochi stacchi, quasi emulando un approccio documentaristico alla storia per favorirne il realismo. Invece che sulla risoluzione abbiamo puntato sulla robustezza della telecamera: abbiamo scelto una Arri Alexa Classic proprio perché con la sua pesantezza (quasi 10kg solo il corpo camera) saremmo stati costretti a farla vivere con estrema fatica all’interno degli ambienti naturali dove eravamo immersi, a muoverla con estrema attenzione e coscienza. La scelta dei colori e delle composizioni nei due ambienti di riferimento (città / bosco), stata fin dall’inizio funzionale: abbiamo pensato ad una fotografia pesante, claustrofobica e ferma per tutte le parti che si svolgono nella “società”, ed invece nella foresta la telecamera è spesso a mano, fluttuante, si muove e respira.
Volevo che fosse una storia che vivesse al cinema, ma la cui interpretazione potesse uscire dal rettangolo dello schermo. Animalia infatti è una “favola”, una storia fittizia ed inverosimile i cui personaggi possiamo facilmente inglobarli dentro a delle maschere, a dei simboli che nella nostra quotidianità poi diventano più sfumati, ma che con un po’ di sforzo riusciamo a scorgere. Luca diventa la “luce”, il portatore della conoscenza, il campione della nostra società, che si distingue come migliore rispetto ai suoi amici e famigliari. Ma che inevitabilmente si fa carnefice di qualcuno che non può nulla contro di lui. La ragazza selvaggia diventa vittima di una società che non comprende, ed è in attesa di un momento catartico in cui può dirsi libera di nuovo.
Animalia è quindi un film pessimistico? È una favola, e come tutte le favole si lascia andare alle esagerazioni. Ma proprio come tutte le favole ho paura possa contenere una parte di noi.